15 maggio 2023.
Le 5.15 e sono sveglia.
Mi sono risvegliata a Milano, in un grazioso alberghetto, dopo essere uscita di casa ieri con la chitarra sulle spalle. A 20 anni immaginavo una scena simile, in cui pero mi risvegliavo a Galway per fare musica per strada. Oggi è un tantino diverso, ma "non è mai troppo tardi".
Sono qui e non ho aspettative di nessun genere, ma negli ultimi mesi mi sono compresa meglio nella mia identità di scelte fatte, da fare e di cui non ho alcun bisogno, e so che provare una cosa nuova che magari è pure un'idiozia non mi pesa: mi pesa l'idea di non provare e confrontarmi un giorno col rimpianto, e sentirmi così un'idiota a oltranza.
Sogni e corri il rischio di fallire, ma anche di realizzare.
Stanotte pensavo che preferisco il rumore del fiume, dalla finestra, a quello del tram. E pensavo al tram chiamato desiderio. Desiderio, de-sidera: dalle stelle. La luce buona delle stelle. Guardastelle, è un cielo di fiammelle. Piccoli raggi di luce. Eileen.
Nel frattempo, io mi devo ancora vestire e truccare e scoprire se il "fondotinta colore nature" è più tipo cacao meravigliao o mandorla albina (che comunque sarebbe ugualmente un punto più scuro della mia carnagione da famiglia Addams).
Ora mi sistemo, mentre mi risento qualche canzone per la duecentesimo volta (e penso che non vorrò più sentirle per un bel pezzo) e poi mi faccio una foto da allegare qui e magari stasera o domani vi racconto come continua questa storia. Perché è l'unica certezza, da oggi non mi aspetto nulla, ma la mia storia continua.
16 maggio 2023.
Quella di ieri è stata una giornata curiosa. Non mi ero mai interessata al mondo dei provini, dei casting, dei talent e quando poche settimane fa ho deciso (per il famoso discorso che, se una cosa non nuoce, si può provare, evitandosi dubbi e rimpianti futuri) di inviare la candidatura non immaginavo che mi sarei ritrovata in coda col mio numerino 1869 e la chitarra sulle spalle, a ridere e chiacchierare con quattro ragazzi di cui potevo essere anagraficamente se non la madre quantomeno la zia, a rendermi conto che ho ancora gli stessi sogni, la stessa passione che trovo a specchio nei loro occhi, che crescere non per forza è una noia, che spero che tra vent'anni anche loro siano ancora così, belli, appassionati, emozionati. Perché si vive anche di questo, bellezza, passione, emozioni, senza le quali non si è ricchi, mai.
Per intanto lascio il numerino e le cover del lunedì mattina all'Orsetto Vatrenu e sabato vado a suonare a Bellagio dai "miei" nonnini, con la cartella degli inediti. Nel frattempo, continuo a pensarne cento per ognuna che faccio... e vivo!
Le 5.15 e sono sveglia.
Mi sono risvegliata a Milano, in un grazioso alberghetto, dopo essere uscita di casa ieri con la chitarra sulle spalle. A 20 anni immaginavo una scena simile, in cui pero mi risvegliavo a Galway per fare musica per strada. Oggi è un tantino diverso, ma "non è mai troppo tardi".
Sono qui e non ho aspettative di nessun genere, ma negli ultimi mesi mi sono compresa meglio nella mia identità di scelte fatte, da fare e di cui non ho alcun bisogno, e so che provare una cosa nuova che magari è pure un'idiozia non mi pesa: mi pesa l'idea di non provare e confrontarmi un giorno col rimpianto, e sentirmi così un'idiota a oltranza.
Sogni e corri il rischio di fallire, ma anche di realizzare.
Stanotte pensavo che preferisco il rumore del fiume, dalla finestra, a quello del tram. E pensavo al tram chiamato desiderio. Desiderio, de-sidera: dalle stelle. La luce buona delle stelle. Guardastelle, è un cielo di fiammelle. Piccoli raggi di luce. Eileen.
Nel frattempo, io mi devo ancora vestire e truccare e scoprire se il "fondotinta colore nature" è più tipo cacao meravigliao o mandorla albina (che comunque sarebbe ugualmente un punto più scuro della mia carnagione da famiglia Addams).
Ora mi sistemo, mentre mi risento qualche canzone per la duecentesimo volta (e penso che non vorrò più sentirle per un bel pezzo) e poi mi faccio una foto da allegare qui e magari stasera o domani vi racconto come continua questa storia. Perché è l'unica certezza, da oggi non mi aspetto nulla, ma la mia storia continua.
16 maggio 2023.
Quella di ieri è stata una giornata curiosa. Non mi ero mai interessata al mondo dei provini, dei casting, dei talent e quando poche settimane fa ho deciso (per il famoso discorso che, se una cosa non nuoce, si può provare, evitandosi dubbi e rimpianti futuri) di inviare la candidatura non immaginavo che mi sarei ritrovata in coda col mio numerino 1869 e la chitarra sulle spalle, a ridere e chiacchierare con quattro ragazzi di cui potevo essere anagraficamente se non la madre quantomeno la zia, a rendermi conto che ho ancora gli stessi sogni, la stessa passione che trovo a specchio nei loro occhi, che crescere non per forza è una noia, che spero che tra vent'anni anche loro siano ancora così, belli, appassionati, emozionati. Perché si vive anche di questo, bellezza, passione, emozioni, senza le quali non si è ricchi, mai.
Per intanto lascio il numerino e le cover del lunedì mattina all'Orsetto Vatrenu e sabato vado a suonare a Bellagio dai "miei" nonnini, con la cartella degli inediti. Nel frattempo, continuo a pensarne cento per ognuna che faccio... e vivo!