Non so se sia stata l'overdose di scrittura dell'ultimo periodo, ma ultimamente vedere la chiavetta dove salvo le mie narrazioni mi fa lo stesso effetto del profumo del cioccolato fuso (per quanto lo ami...) dopo un'indigestione...
Le parole scritte, però, mi creano dipendenza da quando avevo cinque anni: se non scrivo devo leggere, perciò sono andata a fare acquisti libreschi.
Ero da poco incappata in un post di Donato Telesca, pesista paralimpico che seguo sui social da un paio d'anni, in cui scriveva "Io sono il mio unico limite", frase che letta di domenica sera mi ha fatto pensare alla settimana che avrei avuto davanti e alla necessità di darmi una svegliata e finirla di crogiolarmi nell'idea che, se qualcosa può andare storto, lo farà (ok, il pessimismo mi risolve l'ansia perché mal che vada avevo indovinato, ma di fatto mi pone un problema nuovo per ogni soluzione...).
Morale, il primo libro messo nel carrello è stato In piedi, alias la sua storia raccolta e raccontata dallo scrittore Donato Di Capua: poco più di 200 pagine, linguaggio agile, biografia avvincente; e va bene che un libro non si giudica dalla copertina, ma la prima ipotesi è stata che fosse una chiara metafora del mettersi a nudo. Nella storia di Donato Telesca tutto ciò si traduce in una tavolozza incredibilmente ricca di sfumature emotive, in cui il tema della disabilità è presente, mai edulcolorato, ma che non per questo diventa un dogma assoluto.
Il messaggio più forte che ne traggo è che non è ciò che manca a rendere diversi, ma ciò che c'è: e in questo siamo tutti splendidamente uguali, con le proprie carenze e con le proprie ricchezze, ed è nel momento in cui riusciamo ad investire su queste ultime che diventiamo meravigliosamente unici per davvero.
Ho pensato ai miei ragazzi dei percorsi di musicoterapia, mentre leggevo, e agli adolescenti che incontro in parrocchia come consulente musicale (appena il prete mi spiega il significato di questa definizione giuro che ve lo condivido...); ho pensato che ai primi la cosa che dà più fastidio è la commiserazione, ai secondi che non li si ascolti. Ho pensato a me stessa, ai miei limiti e alle mie risorse, a tutto ciò che sto esplorando di me in questo periodo. Ho pensato che, in fondo, è sempre questione di quanta voglia si ha di guardare e ascoltare davvero, con gli occhi e le orecchie liberi dal giudizio e, ancor meglio, dal pregiudizio. Investire sulle ricchezze, per essere unici (repetita iuvant...). Per quella piccola scintilla che c'è in ogni uomo e che, per se stessi e per gli altri, dovremmo fare il possibile per tenere accesa.
Da autrice mi sono sentita dire spesso che se una canzone o una storia in qualche modo rispecchiano chi ascolta o legge, fanno vibrare delle corde dentro, emozionano oltre la pelle, è perché funzionano. Ecco, questo libro "funziona", "funziona" decisamente. Non sono riuscita a leggerlo tutto d'un fiato, nonostante una parte di me facesse fatica a posarlo sul comodino: ci sono state tante cose che ho avuto la necessità di far sedimentare. Un crogiuolo di sentimenti non sempre coerenti, momenti in cui ho provato una (neanche troppo) sottile voglia di prendermi a sberle da sola e fustigarmi con i miei malumori, attimi in cui mi sono stupita di quanto possa essere lineare la differenza tra fato e destino, istanti in cui mi sono commossa nel pensare che tante volte mi lamento con Dio (e ogni tanto pure di Dio...) e invece dovrei imparare anch'io a ringraziare Dio della vita che ho e attraverso cui Lui chiama alla felicità, il paradosso di leggere un libro e trovare parole in cui avere l'impressione che fosse il protagonista a leggere me (La mente è uno strumento con all'interno tanti piroli, li usiamo per accordarci con la nostra vita e con quelle che incrociano la nostra esistenza [...] Ho cercato di essere vero scaraventandovi addosso le mie emozioni che avete sicuramente avvertito in base ai vostri stati d'animo ed elaborato rispettando la vostra sensibilità... non so, sarà che mi richiama certe sedute di musicoterapia, ma l'ho sentita tremendamente vera e mia!).
Altro non aggiungo... sono bravissima a scrivere riassunti più lunghi delle opere e ad anticipare troppo dei contenuti... quindi, se avete voglia di continuare a leggere, passate direttamente al libro :-P
Le parole scritte, però, mi creano dipendenza da quando avevo cinque anni: se non scrivo devo leggere, perciò sono andata a fare acquisti libreschi.
Ero da poco incappata in un post di Donato Telesca, pesista paralimpico che seguo sui social da un paio d'anni, in cui scriveva "Io sono il mio unico limite", frase che letta di domenica sera mi ha fatto pensare alla settimana che avrei avuto davanti e alla necessità di darmi una svegliata e finirla di crogiolarmi nell'idea che, se qualcosa può andare storto, lo farà (ok, il pessimismo mi risolve l'ansia perché mal che vada avevo indovinato, ma di fatto mi pone un problema nuovo per ogni soluzione...).
Morale, il primo libro messo nel carrello è stato In piedi, alias la sua storia raccolta e raccontata dallo scrittore Donato Di Capua: poco più di 200 pagine, linguaggio agile, biografia avvincente; e va bene che un libro non si giudica dalla copertina, ma la prima ipotesi è stata che fosse una chiara metafora del mettersi a nudo. Nella storia di Donato Telesca tutto ciò si traduce in una tavolozza incredibilmente ricca di sfumature emotive, in cui il tema della disabilità è presente, mai edulcolorato, ma che non per questo diventa un dogma assoluto.
Il messaggio più forte che ne traggo è che non è ciò che manca a rendere diversi, ma ciò che c'è: e in questo siamo tutti splendidamente uguali, con le proprie carenze e con le proprie ricchezze, ed è nel momento in cui riusciamo ad investire su queste ultime che diventiamo meravigliosamente unici per davvero.
Ho pensato ai miei ragazzi dei percorsi di musicoterapia, mentre leggevo, e agli adolescenti che incontro in parrocchia come consulente musicale (appena il prete mi spiega il significato di questa definizione giuro che ve lo condivido...); ho pensato che ai primi la cosa che dà più fastidio è la commiserazione, ai secondi che non li si ascolti. Ho pensato a me stessa, ai miei limiti e alle mie risorse, a tutto ciò che sto esplorando di me in questo periodo. Ho pensato che, in fondo, è sempre questione di quanta voglia si ha di guardare e ascoltare davvero, con gli occhi e le orecchie liberi dal giudizio e, ancor meglio, dal pregiudizio. Investire sulle ricchezze, per essere unici (repetita iuvant...). Per quella piccola scintilla che c'è in ogni uomo e che, per se stessi e per gli altri, dovremmo fare il possibile per tenere accesa.
Da autrice mi sono sentita dire spesso che se una canzone o una storia in qualche modo rispecchiano chi ascolta o legge, fanno vibrare delle corde dentro, emozionano oltre la pelle, è perché funzionano. Ecco, questo libro "funziona", "funziona" decisamente. Non sono riuscita a leggerlo tutto d'un fiato, nonostante una parte di me facesse fatica a posarlo sul comodino: ci sono state tante cose che ho avuto la necessità di far sedimentare. Un crogiuolo di sentimenti non sempre coerenti, momenti in cui ho provato una (neanche troppo) sottile voglia di prendermi a sberle da sola e fustigarmi con i miei malumori, attimi in cui mi sono stupita di quanto possa essere lineare la differenza tra fato e destino, istanti in cui mi sono commossa nel pensare che tante volte mi lamento con Dio (e ogni tanto pure di Dio...) e invece dovrei imparare anch'io a ringraziare Dio della vita che ho e attraverso cui Lui chiama alla felicità, il paradosso di leggere un libro e trovare parole in cui avere l'impressione che fosse il protagonista a leggere me (La mente è uno strumento con all'interno tanti piroli, li usiamo per accordarci con la nostra vita e con quelle che incrociano la nostra esistenza [...] Ho cercato di essere vero scaraventandovi addosso le mie emozioni che avete sicuramente avvertito in base ai vostri stati d'animo ed elaborato rispettando la vostra sensibilità... non so, sarà che mi richiama certe sedute di musicoterapia, ma l'ho sentita tremendamente vera e mia!).
Altro non aggiungo... sono bravissima a scrivere riassunti più lunghi delle opere e ad anticipare troppo dei contenuti... quindi, se avete voglia di continuare a leggere, passate direttamente al libro :-P